Het verraad van de techniek [Il tradimento della tecnica]

Posted: Marzo 26th, 2018 | Author: | Filed under: Energia | Commenti disabilitati su Het verraad van de techniek [Il tradimento della tecnica]

 di Jan van Boeckel (1992) 

All’inizio degli anni 90 una troupe olandese della ReRun Production si reca a casa di Jacques Ellul, uno dei primi critici della tecnica. Per cinque giorni il regista van Boeckel intervista il filosofo e teologo francese, autore di un’opera che esamina come la tecnica abbia plasmato ogni aspetto della società. Essa infatti non può più essere assimilata ad un insieme di macchine, metodi e strumenti, essendo ormai diventata il fattore dominante del mondo occidentale, ciò da cui dipende tutto il resto. Non più mezzo intermediario fra umanità e natura, la tecnica è diventata l’ambiente stesso in cui l’essere umano deve vivere. «La tecnica ci costringe ad andare sempre più veloci. Non si sa dove si stia andando. La sola cosa che conta è la velocità».

Seppur pessimista, Ellul invita a ribellarsi ad ogni fatalismo. Le sorprendenti parole finali di questo documentario, quelle con cui vengono liquidati definitivamente partiti e movimenti – in quanto si può porre fiducia solo in piccoli gruppi di individui consapevoli – spiegano forse il motivo per cui il filosofo francese sia stato considerato fonte di ispirazione da un certo Theodore Kaczynski.

Proiezione: Venerdì 30 marzo alle 20,30 presso TILT


Fuori servizio

Posted: Marzo 21st, 2018 | Author: | Filed under: Energia | Commenti disabilitati su Fuori servizio

I giornali hanno scritto tre, il direttore della ditta che li gestisce ha parlato di una decina sparsi per la città. Ma la contabilità ha poca importanza riguardo al numero esatto di parchimetri che sono stati bloccati un paio di giorni fa per le vie di Lecce. La cosa rilevante è il messaggio lasciato su qualcuno di quei parchimetri: «contro Tap bloccare tutto».

Dai vertici dell’azienda che gestisce i succitati parchimetri hanno fatto sapere di non avere nessun collegamento con Tap e la realizzazione del gasdotto nel Salento. Buon per loro. Ma a parte il fatto che sabotare il meccanismo di estorsione legale che viene richiesto per lasciare la propria auto in sosta sarebbe cosa sacrosanta già di per sé (i parcheggiatori abusivi vengono perseguiti, ed hanno prezzi decisamente più economici…), ciò che sembra importante è il messaggio: bloccare tutto, appunto.

È un messaggio già emerso in più riprese: coi blocchi degli espianti degli ulivi, coi blocchi stradali in città, col blocco della zona commerciale prima delle festività natalizie… sembra quasi che per naturale movimento, o per cause di forza maggiore, la lotta contro Tap stia subendo uno spostamento dal centro alla periferia. In effetti potrebbe essere un buon suggerimento: se non riusciamo a bloccare i lavori al cantiere, possiamo provare a paralizzare tutto il mondo attorno ad esso.


Commedia triste

Posted: Marzo 20th, 2018 | Author: | Filed under: Energia | Commenti disabilitati su Commedia triste

In effetti venerdì 16 marzo a Lecce è andata in scena una certa commedia. Decine di uomini (e qualche donna) delle forze dell’ordine a dare bella mostra di sé, a ostentare la loro forza. Quasi a marchiare il territorio e ad affermare che no, quel territorio non è libero, e quelle numerose divise sono lì a fungere da monito. Rappresentazione statale di quel monopolio della violenza già descritto secoli or sono. Ma quel tentativo di deterrenza, quel controllo, quella mancanza di libertà non si manifestano solo con l’onnipresenza della polizia. Ci accompagnano per tutta la vita attraverso le istituzioni e i suoi apparati. La scuola ad esempio, cos’è o cos’è diventata se non un luogo di disciplina al lavoro e all’organizzazione sociale. E la cultura? Chi ne può fruire? E con quali contenuti? Di certo non appartiene a tutti e lo sarà sempre meno data la tendenza all’appiattimento culturale in atto, ben orchestrato e voluto al fine di evitare qualsiasi coscienza critica.

La Lecce bene presa male che ogni tanto si sveglia dal suo torpore per delle scritte sui muri è davvero una commedia di cattivo gusto. Non fa ridere, non fa piangere. Semplicemente conferma quel perbenismo e bigottismo provinciale che la contraddistingue. “Muri puliti, popoli muti”, affermava proprio una scritta su un muro qualche tempo fa. Forse ridestare le coscienze in questo mondo anestetizzato è impresa ardua, anche quando una nocività terribilmente impattante come un gasdotto rischia di mutare e danneggiare definitivamente il luogo in cui si abita. Allora mettere i bastoni tra le ruote a questa nocività e a questo mondo non può che essere la via da intraprendere.


GasLand

Posted: Marzo 18th, 2018 | Author: | Filed under: Energia | Commenti disabilitati su GasLand

di Josh Fox (2010)

Dopo aver ricevuto un’offerta di 100.000 dollari da una compagnia petrolifera interessata a trivellare la terra di sua proprietà in Pennsylvania, il regista parte in un viaggio attraverso gli Stati Uniti al fine di scoprire sul campo quali siano gli effetti sociali e ambientali dello sfruttamento delle risorse naturali a fini energetici.

Parla con chi vive accanto ai pozzi di trivellazione, ne raccoglie le confidenze sui danni alla salute e sulle contaminazioni provocate dall’uso del procedimento tecnico noto come fratturazione idraulica (fracking), e su come le industrie coinvolte comprino il silenzio delle vittime. Fox incontra anche esperti, politici e funzionari delle stesse imprese legate all’estrazione del gas. Vincitore di numerosi premi (fra cui quello del Festival di Sundance) e candidato all’Oscar, il documentario di Fox ha scatenato le ire dell’industria petrolifera statunitense, la quale ha creato un sito apposito ed ha prodotto un contro-documentario per smentire le critiche espresse in GasLand e per sostenere l’innocuità del fracking.

Proiezione: Venerdì 23 marzo alle 20,30 presso TILT


Profezie

Posted: Marzo 16th, 2018 | Author: | Filed under: Energia | Commenti disabilitati su Profezie

Sono conosciute come agenzie interinali, e tecnicamente sono “agenzie di intermediazione lavorativa”. Nei fatti svolgono il ruolo di procacciare lavoro, a tempo determinato, per le aziende che ne fanno richiesta, guadagnando denaro dalla forza-lavoro prodotta da altri. Si tratta della versione moderna del vecchio ruolo del sensale di paese, figura malvista e spesso piuttosto disprezzata nella cultura popolare, a cui si era costretti a rivolgersi per cause di forza maggiore.

Già questo loro ruolo sarebbe sufficiente a odiarle; se poi si mettono al servizio di una multinazionale che vuole devastare un territorio per imporre una nuova nocività, allora i motivi, quantomeno, raddoppiano.

Non c’è certezza che lo scoppio di una bomba carta presso la filiale dell’agenzia interinale Adecco di Lecce abbia un legame con il suo rapporto di collaborazionismo con Tap, ma la scritta “No Tap” vergata sul muro lascia pensare a questa ipotesi. Del resto era da tempo che i media parlavano di un rischio di “esplosione della protesta”…


Identificare il nemico

Posted: Marzo 15th, 2018 | Author: | Filed under: Energia | Commenti disabilitati su Identificare il nemico

Arricchiamo la lista di stretti collaboratori di TAP con due importanti banche francesi, la BNP e la Société Générale. La prima – BNP Paribas – è stata consigliera per il tratto TANAP assieme alla banca giapponese BTMU; la seconda per il tratto TAP. Entrambe prestano la loro opera di collaborazione fin dal 2013.

Il corrispettivo in Italia per la BNP è la Banca Nazionale del Lavoro, con filiali su tutto il territorio nazionale. Mentre del gruppo Société Générale fa parte la ALD Automotive ( https://www.aldautomotive.it/ ) con sedi a Roma e a Milano.


Saboter l’energie

Posted: Marzo 15th, 2018 | Author: | Filed under: Energia, TAP | Commenti disabilitati su Saboter l’energie

(Recueil de textes italiens. Août 2013 – Février 2018)

Sans Patrie – brochures anarchistes & internationalistes

TAPbrochCorrect

Quelques mots d’introduction

La question énergétique fait assurément partie aujourd’hui comme hier des points sensibles de la domination. Après la récupération dans les années 80 des luttes antinucléaires en France et en Allemagne (mais aussi en Suisse et en Italie) pour les dissoudre dans un nouveau capitalisme vert qui dissémine champs d’éoliennes et de panneaux solaires, tout en ayant conservé par ailleurs centrales à charbon ou nucléaires, il est temps de réinterroger à quoi sert toute cette énergie, et quel modèle de société elle sous-tend. 

Si nous avons souhaité traduire une vingtaine de textes autour de la lutte contre le gazoduc TAP dans le Sud de l’Italie, c’est donc à la fois parce qu’il nous semble important de défendre sa dimension internationaliste (Ni ici ni ailleurs !), mais aussi parce qu’une partie des compagnon.ne.s qui y participe sur place porte un contenu offensif et des modes d’auto-organisation qui pourraient bien nous inspirer à Bure comme à Notre-Dame-des-Landes. Bien loin de la composition politique, du localisme et de sa défense d’un environnement trop chouette, ou encore du citoyennisme indigné contre les « projets inutiles », ils ont en effet élaboré au fil du temps des réflexions et des propositions qui entendent d’un côté approfondir cette lutte partielle vers une critique en soi de l’énergie (son usage, ses faux-besoins et ses structures), et d’un autre expérimenter des méthodes d’auto-organisation vers une conflictualité permanente avec un existant mortifère. 

Une lutte de ce type n’est bien entendu jamais homogène, et comporte aussi des moments de conflit plus intenses que d’autres. Au printemps 2017, c’est la transplantation de 200 oliviers hors de la zone de chantier qui a déchaîné les passions, avec blocages de route, confrontations avec la flicaille, et même quelques attaques incendiaires. Ce fut aussi l’occasion rêvée pour les politiciens en tout genre d’accourir de partout pour tenter 

de récupérer ou de ré-encadrer vers des rails institutionnels une révolte qui prenait parfois des accents de rage plus incontrôlables et plus spontanés. Depuis, la zone a été décrétée rouge par le pouvoir avec tout ce qui s’en suit (occupation policière, contrôle du village de Melendugno, répression plus large), et la lutte est redevenue un peu plus atone. 

Alors que le chantier du dernier tronçon dans les Pouilles n’en est qu’à ses débuts et que le projet est toujours en cours ailleurs (Grèce, Albanie), il reste beaucoup à faire pour mettre fin à cette nuisance. Comme l’ont encore écrit récemment quelques compagnons sur place, « en 2017 les travaux du TAP ont continué d’avancer sans que cette détermination initiale redevienne incisive, mais rien n’est encore perdu. Serons-nous encore capable de laisser derrière nous la politique et les bulletins d’adhésion ? Serons-nous encore capables de nous y opposer concrètement et avec courage ? Serons-nous encore capables d’inverser la roue ? Essayer est le minimum qu’on puisse faire. »

Cette petite brochure est donc aussi une proposition. Pour élargir la lutte contre le TAP au-delà des frontières, et offrir à d’autres encore la possibilité de contribuer à inverser la roue. 

Sommaire :

- Quelques mots d’introduction
- Quelques lignes sur le TAP
- A ceux qui ne veulent pas du gazoduc
- De l’autre côté
- En riant sous cape
- Les absents
- Le ‘Beau pays’
- A notre tour, maintenant
- A quoi sert l’énergie ?
- La guerre à la maison
- Prenons acte
- Figures et figurines
- Bribes de mémoire
- Lettre ouverte au Dr. Giuseppe Serravezza
- Quel étonnement ?
- Propositions
- Eléments pour la lutte depuis le Val Susa
- Nous ne pouvons pas abandonner la critique
- Des étincelles, encore ?

- Fragments de lutte
- Identifier l’ennemi