La polvere sotto il TAP-peto

Posted: Aprile 20th, 2018 | Author: | Filed under: Energia | Commenti disabilitati su La polvere sotto il TAP-peto

In questi mesi molta attenzione è stata posta sull’Operazione Ramoscello d’Ulivo condotta dalla Turchia nei territori del Kurdistan siriano. Il presidente Erdogan vede in tale operazione una soluzione contro il “terrorismo”, giustificando in tal modo il massacrare da parte del suo esercito migliaia di esseri umani. Le truppe turche hanno come appoggio i “ribelli”, che appartengono a diversi movimenti: turcomanni, Esercito Siriano Libero (FSA), e infine il movimento jihadista ex Fronte al-nusra, l’Hayat Tahir al-Cham (Organizzazione per la liberazione della Siria). Di fronte ad essi le milizie curde siriane sono la principale componente delle Forze Democratiche siriane (FDS), sostenute dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti nata per opporsi a Daesh (nota anche come Isis). Eppure non ci sono consiglieri statunitensi nel cantone di Afrin (la città conquistata dalle truppe turche), in quanto la loro presenza è limitata ai cantoni orientali di Konané e Hasaké. Non sono dunque le FDS a trovarsi nel mirino, ma piuttosto lo YPG (L’Unità di Protezione Popolare Curda).

L’Operazione Ramoscello d’Ulivo è necessaria a Erdogan per ricostruire il sogno imperiale ottomano. Tutto ciò è possibile solo perché il ruolo geopolitico del suo paese glielo permette: da un lato controlla per l’UE le “nostre” frontiere orientali, tenendo lontani gli indesiderabili, dall’altro controlla l’afflusso delle risorse energetiche nel vecchio continente. La centralità del settore energetico per il potere turco è stata sottolineata ancora una volta a metà febbraio 2018, con il blocco militare della nave italiana Saipem 12000 (proprietà di ENI) al largo di Cipro, in acque contese: quegli idrocarburi che i tecnici italiani stanno cercando devono restare nella sfera d’influenza turca, non c’è santo che tenga.

Il gasdotto TAP, quindi, ha un forte peso geopolitico, attraversando tutta la penisola anatolica per collegare la Puglia all’Azerbaigian: rafforza il potere di Erdogan perché gli affida ancora più risorse energetiche da utilizzare per i suoi ricatti geopolitici. Sostenere TAP quindi significa sostenere tanto i futuri elementi della legittimazione geopolitica turca quanto l’attuale guerra. Contrapporsi al TAP è necessario non solo perché si tratta di una nocività, ma anche perché la lotta contro questa opera va a colpire i responsabili dei massacri che avvengono in Medio Oriente e porta ad opporsi alle ambizioni geopolitiche turche ed a quelle di tutti gli altri paesi che fanno del gas e del petrolio giustificazione dei bombardamenti.

Occorre trovare un modo per intervenire nella realtà, agire nel proprio circostante, per esempio colpendo la guerra laddove viene prodotta o dove viene rinsaldato il ruolo geopolitico dei diversi Stati. Pensare alle connessioni di questo mondo, ed attaccare qui e ora, potrebbe creare riverberi dalle conseguenze inaspettate, in grado di condurci fin nei luoghi più impensati.

Hezurdura

[Frangenti n°23, 20 aprile 2018]